micromacromondi

micromacromondi

micromacromondi,

videoinstallazione, 2010

 

 Visioni  “nascoste” di  storie famigliari in interni domestici e immagini urbane dello spaccato produttivo barese, affiorano nelle due speciali videoinstallazioni di Raffaele Fiorella. Da un lato minimi giochi di ombre,   microproiezioni a livello del pavimento di silhouettes sincronizzate con  oggetti reali, che narrano con levità ironica la storia di un persona ricca intenta a dissipare i propri averi per soddisfare le sue libidinose voglie.

Dall’altro frames di racconti ambigui, che affiorano da buste e piccoli cubi bianchi, come  singolari abitazioni di una provocatoria “città ideale”.

Sono “piccole finestre sulla vita delle gente comune”, spiega l’artista, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bari e negli ultimi tempi impegnato nella sperimentazione di inedite video - sincronie ad alta densità poetica.  “Piccole proiezioni che si trasformano in case di lusso o abitazioni di fortuna. Una trasformazione complessa sia nei luoghi che nei ruoli della gente, in una società fatta di insicurezza e incertezza totale, che  porta alla disgregazione individuale, familiare, sociale. Una vita precaria contrapposta a quella sicura ma dello spreco. Una globalizzazione che offre si più servizi, ma che  impedisce alla gente di sperare, di progettare in futuro; dove l'economia è sempre più il fine e l'uomo il mezzo”. L'idea di fondo  è quella di sollecitare una sorta di voyeurismo sulle relazioni tra privato e pubblico,  interno ed esterno,  in  una città  economicamente attiva come Bari, di cui Mincuzzi è un emblema. Una dimensione critica e insieme lirica, evocata con sperimentazioni tecniche  che  mescolano  a sorpresa fantasmi virtuali e  presenze reali.

 

Antonella Marino