francesco zavatta

Francesco Zavatta nasce nel 1986 a Rimini. Ora vive e lavora a Milano.
Nel 2005 si trasferisce a Firenze per frequentare l'Accademia di Belle Arti. Qui, seguito dal professor Adriano Bimbi, inizia il suo percorso artistico, partendo dal disegno e dalla copia dal vero delle opere di Michelangelo, Pontormo, Masaccio. Del 2008 è la prima mostra personale RIMINIRIMINI, presso la galleria Redline di Firenze. Sempre nel 2008 partecipa alla collettiva ITALIAN SHOW, presso la Albemarle Gallery di Londra. Nel 2009 decide di frequentare il biennio specialistico all’Accademia di Belle Arti di Venezia, per apprendere l’uso del colore guardando Tintoretto, Tiziano e Turner. Del 2010 è la personale LANDSCAPE, sull’Irlanda, presso lo showroom "La Contrada degli Artigiani" a Como. Dal 2012, in coincidenza con il trasferimento a Milano, incomincia una nuova serie di lavori sul capoluogo lombardo, e li presenta nella personale ALZO GLI OCCHI, a Verona. Continua la produzione veneziana, con due mostre in collaborazione con la galleria Giudecca 795, VENEZIA STORMING nel 2012, e VENEZIA LIGHTINGS nel 2013. A febbraio 2014 inaugura la personale SQUARCI, a Milano, presso lo Spazio Lumera. Ha ricevuto una menzione speciale al Premio Vittorio Alinari del 2012 ed è tra i finalisti del premio San Fedele 2013-2014.
Zavatta sta nel solco della pittura ma non sceglie soggetti che creino sorpresa, suspence o colpi di teatro, come certa ripresa di realismo pittorico contemporaneo usa fare, cercando tali soggetti per dissimulare, forse, il senso mai giudicato di una propria percezione di arretratezza artistica rispetto alle metodiche della performance o installazione.
La sua pittura cerca, invece, la visione, o meglio nasce da essa e si accontenta di cose incontrate, amate, viste con l’esperienza. Zavatta dipinge quindi i luoghi in cui ha vissuto o vive, come Rimini, Venezia, Milano, ma anche quelli da cui passa come viaggiatore: l’Irlanda, New York, il Messico, la Sicilia. Ovunque, Zavatta cerca la stessa familiarità dell’uomo nel suo mondo donato, ricevuto e perciò degno di essere raccontato.
A Zavatta interessa soprattutto guardare il reale ed esserne colpito. Desidera essere dentro le cose, e che l’opera venga da quel ‘dentro’ e sia capace di rilanciare le sembianze stesse –paesaggi, riviere, cielo e mare, strade e città- in una nuova dimensione di importanza.