Filippo Roberto Piantanida Prosdocimo

Fotografia
Arte Pubblica
Filippo Roberto
Piantanida Prosdocimo
Città
Milano
Nome del gruppo
FRP2
Nazione di nascita
Italia
Provincia
Milano
Età
46
Profilo
FRP2 Osservando il rapporto tra individuo e tendenze di massa si possono stabilire due tipi di reazione: l’imitazione o l’opposizione. La mancanza di originalità tipica del primo comportamento (più comodo e diffuso), porta a cercare delle soluzioni nel contraddittorio sovrapporsi di istinto e cultura. Tale dicotomia, fra inibizione regressiva a seguire il gruppo e intuito nel tracciare alternative, può generare un’incongruenza capace di distruggere la personalità del soggetto. La volontà di sfuggire all’omologazione spinge alcuni individui ad affinare il proprio senso critico; per questo motivo, le fotografie di FRP2, Filippo Piantanida e Roberto Prosdocimo, sono delle prove di forza fra l’uomo e il suo tempo, degli atti di accusa contro una società nella quale è impossibile riconoscersi. In esse viene ostentata la dilagante uniformità di giudizio tramite composizioni costruite attorno a un asse centrale: la convergenza delle forme altro non è che un paradigma dell’attuale convergenza di gusto. La quasi totale abolizione del caso e la freddezza di mano nel disporre le cose, secondo assiomi inconfutabili, inducono a percepire ciò che Freud definì “perturbante”. Anomalia e normalità suscitano un’antitetica fruizione dell’immagine, insinuando il dubbio che, in particolari circostanze, un essere apparentemente inanimato possa emanare pulsioni vitali e, viceversa, che un essere vivente possa sembrarne privo. Questo stridore è catturato e restituito con violenza attraverso i protagonisti delle fotografie: i bambini. Le rigide posture e i visi acerbi, dai quali è impossibile risalire alle esperienze vissute, accentuano il taglio chirurgico delle immagini. L’asetticità fisica dei modelli, che contrasta con i barocchismi di scena, crea una sensazione straniante nello spettatore, il quale cercherà di cogliere tutte le varianti contenute in potenza nel soggetto. Se in futuro sarà un gentiluomo, un prete o un assassino non è dato capirlo; al momento è solamente un organismo indifeso, sebbene lo sguardo esprima una fermezza non comune. Presentato con sembianze da automa, negli occhi di questo piccolo uomo brilla una consapevolezza capace di renderlo partecipe del disagio di chi guarda, assimilando due persone in un unico individuo. Gabriele Francesco Sassone