claudia corò

Arti Visive
Grafica E Illustrazione
Fotografia
claudia
corò
Città
venezia
Nazione di nascita
italia
Provincia
Venezia
Età
43
Profilo

Affettuosamente, potremo definire Claudia Corò l’artista in mascareta o, se preferite, in sanpierotta: questo perché tra pittura e barche è cresciuta, sviluppando e mettendo in moto la sua debordante creatività, la fisicità e la passione per la sua città ed in particolare per la sua isola o, meglio, quell’insieme di otto isole che compongono la Giudecca... Artista di, a e per Venezia non solo perché qui è nata, vive e lavora, ma perché ci crede e ci spera e lo manifesta con il suo fare, la sua energia, la grinta, il suo vivere quotidianamente assieme alla città e alla sua gente.                                                                                                                                                                                             Claudia dopo il Liceo artistico statale si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha curiosato tra i vetri e le stampe d’arte del laboratorio di Claudio Grassetti e da qui è approdata al Centro Internazionale della Grafica per apprendere, alla scuola di Silvano Gosparini e Nicola Sena, l’arte della fabbricazione della carta e della rilegatura e le tecniche incisorie. Tra le sue esperienze espositive extra lagunari Hangzhou (Cina), Poznan (Polonia) e Sharm el Sheik (Egitto) dove ha partecipato alla prima Biennale d’Arte sul MarRosso.             

 Il territorio di ricerca che più la affascina è quello della figura umana al centro della sua pittura sin dagli esordi ed espresso anche su grandi tele. Corpi, volti, gesti intesi come espressioni della vita quotidiana, fatta di lavoro e sentimenti, di stati d’animo, emozioni, passioni tradotte in corpose mobili pennellate che sfuggono ai confini del figurativo per “sciogliersi” alla gestualità del colore. Ma la sua curiosità, la sua voglia di esplorare, la portano anche nel campo della grafica, della manipolazione fotografica e ad avventurarsi nel paesaggio lagunare attraverso l’utilizzo, nelle opere più recenti, di supporti di legno. E qui entra in campo la Claudia delle barche, la poppiera della Canottieri Giudecca e la Claudia aspirante maestra d’ascia che trascorre otto ore al giorno nel cantiere giudecchino di Roberto Dei Rossi per apprendere i segreti dell’arte di costruire imbarcazioni. E’ da questo squero che escono, pezzo a pezzo, (non trafugati…) i suoi legni, vecchi paioli ed altri residuati di barche che Claudia traferisce amorevolmente nel suo studio per rigenerarli e riscriverli con la pittura. Legni usati, stagionati, doloranti, sopravvissuti che nel piccolo studio della Giudecca trovano un altro utilizzo e significato, nel rispetto della loro piccola storia marinara e di cantiere. È una Venezia in barca quella che si delinea e si distende su queste consunte superfici, in questi appunti orizzontali, in questi scarni essenziali scorci della laguna che le è più vicina ed amica, quella tra il canale della Giudecca e le isole di Sacca Sessola, delle Grazie , di Poveglia…Isole, orizzonti e barche da incidere, graffiare, disegnare o colorare seguendo le fessure, le imperfezioni, il vissuto del legno, i ricordi d’acqua e di vernice. Una laguna semplice e vera, vista con l’occhio sapiente di chi conosce e frequenta i luoghi, con l’immediatezza del segno, con la sensibilità di chi sa raccogliere un fremito di luce, una tinta, un’atmosfera e la imprime sul corpo di un legno amico o una vecchia carta nautica.                                                                                                                                           Claudia della Giudecca, della laguna, dello squero, dello studio, Claudia che partecipa, che sogna una Venezia di barche e di artisti (e di artisti in barca…), che dipinge con felicità e agilità, sempre pronta a percorrere nuove strade, a reinventarsi, a sperimentare altre “rappresentazioni” per la sua irrequieta quotidianità lagunare; con convinzione, con il suo far pittura ormai maturo nella sua vagante-vogante-volante libertà di interpretare e condividere il visibile e l’invisibile, la solidità e la leggerezza di una città d’acqua e di luce.

 

Emanuele Horodniceanu  

Venezia, Bistrot de Venise 23 gennaio 2014