Giulia Lorusso
Giulia Lorusso
Paris - France
Il progetto artistico all’estero ruota intorno all’Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique (IRCAM) che si trova a Parigi. Questa prestigiosa istituzione organizza, fra le tante attività di ricerca, promozione della musica contemporanea, formazione musicale, un "Cursus" indirizzato ai giovani compositori sotto i 35 anni. Ogni anno una giuria si riunisce e seleziona una decina di candidati ai quali viene data la possibilità di seguire un corso intensivo di formazione di informatica musicale che copre un periodo di circa otto mesi.
Il prossimo Cursus 1 partirà il 7 settembre 2015 e terminerà il 22 aprile 2016 con un concerto pubblico, presso l’IRCAM, durante il quale saranno presentati i brani scritti dai dieci partecipanti di quest’anno.
ENTE INVITANTE
L’IRCAM (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique) è un istuto francese che opera nel settore della scienza dellla musica e del suono e de,l’avanguardia elettroacustica applicata alla musica. La sua sede è situata a lato del Centre Pompidou, con il quale intrattiene legami e gestisce l’organizzazione di eventi.
Giulia, tu sei una compositrice, spiegaci un po’ in che cosa consiste il tuo lavoro e di cosa parla la musica che componi.
Il mio lavoro consiste essenzialmente nello scrivere musica, cioè nel realizzare una partitura musicale per uno o più strumenti che possa essere eseguita da musicisti e gruppi diversi. La partitura in sé, tuttavia, è solo il risultato di un processo molto più complesso e lungo e il “comporre” rappresenta una serie di pratiche e processi differenti per ciascun compositore. Il mio lavoro, come caso particolare, ruota attorno a dei centri d’interesse fissi che mi interessa esplorare e che costituiscono il mio punto di partenza. Un momento importante del mio processo creativo è la fase di sperimentazione sugli strumenti musicali, sia essa condotta in autonomia o frutto del confronto con degli strumentisti. Questo perché, da qualche anno a questa parte, sento l’esigenza di lavorare direttamente sugli strumenti per i quali scrivo, pur non avendo una formazione specifica per ogni strumento in questione e nonostante una conoscenza pregressa teorica dello strumento stesso, della sua fattura, del suo repertorio e di diverse tecniche esecutive. Si tratta di un approccio quasi plastico, artigianale, nel senso più concreto del termine, alla scrittura musicale: sento l’esigenza di “toccare” con mano la materia sonora sulla quale lavoro, di studiare il suono che mi interessa all’origine della sua produzione, per poter avere la sensazione di plasmarlo. Per me è molto importante la relazione fra “azione strumentale” e “risultato sonoro”, e qualsiasi compositore che abbia alle spalle un minimo di formazione strumentale sa bene che questi due aspetti sono inscindibili. Il lavoro sugli strumenti confluisce gradualmente nello studio delle relazioni interne alla materia sonora con la quale scelgo di lavorare e nello sviluppo di queste nel tempo e nello “spazio” della partitura; su molti fogli di appunti e schizzi preparatori poi, cominciano a susseguirsi diverse versioni di diverse parti della partitura e il processo di “compilazione” della partitura avviene quasi naturalmente di conseguenza. Realizzare la partitura, tuttavia, è poco più del 75% del lavoro di un compositore: la fase finale, quella del lavoro con i musicisti che eseguono il brano, oltre che essere importantissima e delicatissima, dà un senso al comporre, rende reale e vivo ciò che, altrimenti resterebbe carta “morta”. La mia musica non “parla” e non vuole “dire” nulla, cerco di creare un contatto con l’altro attraverso il suono e non solo.
Stai frequentando un master in composizione musicale presso il Conservatoire National Supérieur de Musique et Dance de Paris, come ti ha accolto te e la tua musica Parigi?
Parigi mi sta dando tantissimo, sia in termini di formazione sia di arricchimento culturale e di confronto con la moltitudine di artisti che vivono e lavorano in questa città. Sono attualmente in residenza alla Cité Internationale des arts che accoglie più di 200 fra artisti visivi e musicisti provenienti da tutto il mondo che espongono regolarmente le loro opere, aprono i loro studi o si esibiscono in concerto negli spazi della Cité. Da settembre sto seguendo il Cursus 1 presso l’IRCAM (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique), il quale offre ogni anno ad una decina di compositori l’opportunità di approfondire il trattamento e la sintesi del suono attraverso mezzi elettronici e di informatica musicale, e, mettendo a loro disposizione le proprie risorse, di scrivere un brano per strumento ed elettronica, presentato in concerto a fine corso. Il bilancio della mia esperienza presso l’IRCAM, fino a questo momento, è assolutamente positivo: sto imparando moltissimo e mi nutro quotidianamente degli stimoli provenienti da un ambiente come questo, dove si fa ricerca a più livelli (informatica, scientifica, acustica, prima ancora che musicale!). Al contempo frequento un Master in Composizione presso il Conservatoire National Supérieur de Musique et Danse de Paris, dove studio con Frédéric Durieux, Luis Naon e Yan Maresz. Il Conservatorio di Parigi investe molto sui propri allievi e dà ampio spazio e importanza alla “creazione” per quel che riguarda sia la musica sia la danza e il connubio fra le due. Il dipartimento di Composizione è uno dei più importanti e all’avanguardia d’Europa e offre ai propri allievi l’opportunità di lavorare con musicisti professionisti e con diversi ensemble importanti del panorama parigino: nel mio caso ho la fortuna e l’onore, in questi mesi, di poter scrivere per i musicisti dell’Ensemble Intercontemporain e di poter lavorare direttamente con loro. Insomma, le opportunità e gli stimoli non mancano e io sono più che entusiasta e grata di avere la possibilità di vivere quest’esperienza.