LO DAVAMO PER SCONTATO

Mostra a cura di

Marco Arrigoni e Giacomo Pigliapoco
Vincitori del Bando per giovani curatori under 35 del Comune di Genova - Sala Dogana

Dal 6 maggio al 18 giugno 2023 - Palazzo Ducale, Sala Dogana In mostra le opere di:

Alien, Zehra Doğan, Victor Fotso Nyie, Gaia De Megni, Alice Ronchi, Selma Selman, Davide Stucchi, TOMBOYS DON’T CRY, Chloe Wise, Xiao Zhiyu

Continua la programmazione di Sala Dogana, lo spazio del Comune di Genova dedicato ai giovani e alla creatività, che grazie ad un apposito bando del Comune di Genova, intende promuovere l’abilità e i talenti delle nuove generazioni e favorire lo scambio di esperienze, nonché la creazione di reti nell’ambito delle arti visive e performative, con una lettura inedita delle tendenze e delle personalità emergenti nel panorama italiano ed internazionale.

Grazie alla collaborazione fra il Comune di Genova, Palazzo Ducale, Accademia Ligustica e Università di Genova viene sviluppata una costante azione con lo scopo di attuare e sviluppare un servizio per il territorio genovese, per fare tesoro delle molte presenze di artiste e artisti nei diversi ambiti disciplinari che transitano o risiedono in città.

Con questi presupposti si è avviata una nuova stagione dello spazio di Sala Dogana, che dopo la mostra curata dall’Associazione MIXTA che si è conclusa a fine febbraio, apre le porte alla proposta di Marco Arrigoni e Giacomo Pigliapoco con la Mostra “Lo davamo per scontato”. In programma dal 6 maggio al 18 giugno 2023

La mostra Lo davamo per scontato vuole portare l’attenzione, attraverso le opere di 10 giovani artisti, allo sgretolarsi di un sistema di valori conquistato negli anni da uomini e donne, sullo stato di crisi nel quale viviamo e che si sta propagando oltre ogni più aspra previsione. Arrigoni e Pigliapoco attraversano le condizioni odierne ispirandosi, anche, alle parole della filosofa Maura Gancitano e alla poetica di Umberto Saba, restituendo così un insieme di visioni e temi calati sul contemporaneo e sulla città, come si evince dal loro testo di seguito riportato:

«“E lei perché el me ga ciamà angiolo?Come altro dovevo chiamarlo?
I angeli no fa de ste robe. [...] No i ga gnanca corpo.»

«Pubblicato postumo, scrivono sempre i curatori, l’Ernesto di Saba riporta con una prosa limpida e d’incanto, come è solo quella di un poeta, la dolorosa eclissi dell’identità e il difficile incatenamento dei sentimenti adottati per rispettare i dettami sociali imperanti. Il protagonista vive sommando alla complessità già intensa della sua adolescenza il peso di un contesto comunitario che gli nega la libertà di vivere la pulsione erotica e lo sbalzo amoroso per un altro uomo.

Scritto in un’Italia post-bellica in cui l’amore omosessuale libero era appannaggio di una stretta cerchia di salotti d’avanguardia, questo romanzo colmo di luce è un segno discreto della volontà di offrire una nuova lingua dell’amore e nuovi occhi con cui guardarlo. Ernesto è uno dei piccoli e potenti tentativi eroici di cambiare la prospettiva mediante un uso nuovo e delicato del linguaggio, perché, come suggerisce la filosofa italiana Maura Gancitano, la lingua è un’architettura e come tale può mutare con la società: la lingua è fatta dalle persone che la fanno.

Lo davamo per scontato è un percorso espositivo che attraverso lo sguardo di dieci artisti internazionali under 35 vuole far luce su quanto ancora urgente e significativa sia la necessità di lottare per i diritti alla persona. Esacerbato dalla crisi bellica, pandemica e climatica, il regresso del riconoscimento politico delle minoranze è ad oggi in corso e in continuo peggioramento. I temi intorno all’aborto, al riconoscimento dei figli di coppie non eteronormative, alla parità carrieristica tra i sessi, alla libertà di parola ed espressione, al rispetto della manifestazione artistica sono continuamente presi in esame dai sistemi di governance mondiali, non tanto per procedere verso la protezione e il consolidamento degli stessi, ma per metterli in discussione e al più abolirli.

La base di questa mostra è la sua stessa essenza: la generazione di artisti coinvolti. Cresciuti in un contesto culturale progressivamente sempre più favorevole al riconoscimento dei diritti e, soprattutto, al rispetto del concetto di diversità della persona, vedono oggi sgretolarsi il sistema di valori su cui hanno fatto affidamento. Questo significa che le battaglie di donne e uomini che prima di loro hanno strenuamente combattuto per ottenere piccoli ma essenziali miglioramenti sono in pericolo. Le opere presenti in mostra dimostrano come gli artisti under 35 di oggi portino all’attenzione questi aspetti. Le modalità per farlo sono differenti, con un messaggio esplicito o con lievi suggerimenti di direzione, ma ben riflettono quanto sia necessario riportarci a porre attenzione alla centralità del rispetto della persona nella sua unicità come base di una società democraticamente contemporanea».