Nicholas Tolosa

Nicholas Tolosa nasce a Eboli (Sa). Matura una profonda esperienza artistica diplomandosi dapprima nel 1999 alla sezione Accademia del Liceo Artistico Statale “Carlo Levi” di Eboli e poi conseguendo nel 2005 la Laurea di I livello in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Nel 2007 consegue un Master in Management dei Beni Culturali. Nel 2008 è docente esperto esterno in “scenografia/teatro” per il laboratorio teatrale del progetto PON F-2-FSE-2007-106 c/o Liceo Scientifico Statale “E. Medi”, Battipaglia (Sa). Proseguendo gli studi, nel 2009 consegue l’abilitazione all’insegnamento in “Disegno e Storia dell’Arte” presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e un Master in Catalogazione dei Beni Archivistici e Librari. Nel 2010 consegue un Diploma di Perfezionamento in Storia dell’ Arte presso For. Com. in Roma e collabora per il “Napoli Teatro Festival Italia” in qualità di assistente scenotecnico per lo spettacolo “Romeo and Juliet” al teatro Mercadante di Napoli in prima nazionale con la regia di Alexander Zeldin. Nel 2011 consegue la Laurea Specialistica di II livello in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo indirizzo Scenografia per il Teatro presso l’ Accademia di Belle Arti di Napoli e partecipa ad Artexpo Arezzo. Nello stesso anno fonda insieme ad un amico di vecchia data l’ Associazione Culturale “Accademia dei Partenopei”. Nel 2012 è nominato cultore della materia in Storia dell’ Arte presso l’ Accademia di Belle Arti di Napoli ed è docente presso diverse scuole della provincia di Rimini. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia. E’ del 2009 la partecipazione alla Biennale Internazionale di Firenze. Vive e lavora tra Rimini e Napoli.
Hanno scritto di lui:
Ada Patrizia Fiorillo – Biennale Internazionale di Firenze
La seduzione dall’immagine è il primo dato che emerge guardando all’esperienza di Nicholas Tolosa. Un carattere figurativo segna infatti il suo esercizio pittorico fin dalle prove accademiche, interpretato però dal giovane artista campano secondo una declinazione personale, dal momento che è un taglio quasi fotografico ad inquadrare le sue composizioni in modo specifico quando al centro di esse è posta la figura umana. Una scelta questa che non deve meravigliare: Tolosa viene da studi di scenografia ed evidentemente porta con sé una certa propensione a teatralizzare la scena, ‘disegnarla’ cioè come se questa dovesse accogliere un’azione. Non uso il verbo disegnare casualmente, giacché peraltro il segnare, nella tradizionale accezione cioè del trascrivere mediante i segni l’immagine, ha una parte molto attiva nella sua pratica quotidiana. Una componente che lo ha in qualche modo educato ad una precisione grammaticale che si riscontra anche nella pittura. Ciò vale, infatti, soprattutto per i suoi ultimi lavori dedicati al tema della shoah, come può dirsi per Innocenza del 2007 e Vite rubate del 2009. Tele realizzate ad acrilico, dove la scelta del bianco e del nero contribuisce ad esaltare il contenuto e, in particolare, la parte esistenziale e drammatica che esso trascina. Una nota che l’artista affida proprio alla cura dei particolari, al dosaggio del contrasto cromatico, nello scarto di quelle zone d’ombra e di luce che drammatizzano la scena. Narrazioni rese inquiete anche irrequiete ma al tempo stesso bloccate per via della resa stilistica con la quale le figure si propongono : figure stilizzate dal taglio un po’ illustrativo che dietro l’apparente immobilità nascondono forti sentimenti. Paura, rabbia, sofferenza, incredulità sono le emozioni che Nicholas Tolosa trasferisce nei fotogrammi di un ‘reale inganno’, beffardo teatro delle apparenze.
Beppe Palomba – Sorrento Art Contest
Un artista che tende a ricostruire con il disegno e la pittura scene come di una rappresentazione: immagini che si fissano nella memoria per drammaticità e pathos, magari ricostruzioni di foto che hanno un posto preciso nella nostra memoria condivisa come in quest’ opera tratta da un ciclo sulla Shoah, ma insieme lavori che trasudano una teatralità intesa nel senso più nobile e positivo di capacità evocativa. La scelta del bianco e del nero drammatizza ancor più l’ effetto finale che riesce nel suo fine di coinvolgimento totale dello spettatore che si trova calato al centro di una scena di cui diventa testimone.
Maria Pia De Martino
C’è un tempo infinitesimo in cui avviene la scissione dell’ enarmonia originaria dei due principi secondo cui volge l’esperienza umana da un lato (la ricerca del vero), e dall’altro la permanente percezione di un effimero che senza sosta ci percorre. Questo è l’ “ultimo istante”, la catastrofe che ci sommerge improvvisa. L’ archè è il corpo dell’assenza come traccia negativa di tutti i corpi possibili nella generazione dei corpi. E’ dunque la morte fisica e la morte etica, morte dell’Idea e forse di Dio, nell’ultimo istante dell’eterna illusione e primo istante della consapevolezza della Verità. E’ il salto dalla religione del sé alla religione nel sé e nell’altro da sé. Transitivamente attraverso le righe-sbarre della prigione della materia verso la libertà dell’assenza, propria dell’anima.
Maria Cristina Antonini
Nicholas Tolosa è alla ricerca di un linguaggio pittorico capace di esprimere sentimenti, emozioni, sguardi sulle cose e sul mondo. Particolarmente sensibile ai problemi sociali, si serve della pittura in maniera figurativa ed espressionista e tutti i suoi lavori sono in qualche modo testimonianza e denuncia di situazioni di ingiustizia, dolore, conflitto. I personaggi dei suoi quadri sono spesso dolenti, schiacciati, sopraffatti e quindi diventano testimoni silenziosi e forti del loro dramma.
stARTgallery – Teatralità della pittura
Nicholas Tolosa matura una profonda esperienza artistica diplomandosi presso il Liceo Artistico Statale “Carlo Levi” di Eboli e poi conseguendo la Laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli. Proprio gli studi di scenografia caratterizzano la sua produzione artistica, composta da sfondi che sembrano dover rappresentare una scena che risulta essere quasi la fotografia di un momento o l’inquadratura di un evento. Le immagini che popolano le sue opere sono cariche di sentimenti, che spesso sfociano nella teatralità e nel Pathos, che trasformano l’osservatore in spettatore e in testimone di un frammento di vita.
Beppe Palomba – ab OVO
Dalla parte dei vinti, con opere che sono una testimonianza e un richiamo, un appello alla coscienza civile, con una condanna netta alla violenza e alla prevaricazione dell’ uomo sull’ uomo. Racconta il male del mondo, Nicholas Tolosa, e lo fa a ciglio asciutto, senza smancerie o effetti di comodo, con un tratto ruvido, netto, nell’ essenzialità del bianco e nero e di una infinita varietà di grigi. Drammatico e potente.
Delio Salottolo – estratto dall’ articolo della mostra “ab OVO”
La cosa che colpisce è la presenza di artisti molto giovani; alcuni di essi mostrano una personalità molto marcata: su tutti ci colpisce l’ebolitano Nicholas Tolosa. L’ultimo istante (acrilico su tela) dà l’immagine di un uomo non più giovane che indossa una tenuta da internato e ha le mani legate sopra la testa al soffitto e il capo reclinato in una posa di estrema sofferenza; innocenza (acrilico su tela) mostra un bambino con le mani alzate, sullo sfondo un rastrellamento, il taglio è fotografico e la densità dei grigi toglie il respiro e ogni possibilità di infanzia. La sua opera è giocata su un cupo e drammatico bianco e nero e sulle sfumature di grigio che modellano figure e immagini.
Beppe Palomba - Doppiosenso
Qui, dove si fa più evidente la discrasia tra l’ innocenza rappresentata dal bambino e la ferocia, la malvagità del boia, si alza forte e chiara la denuncia dell’ Artista contro la guerra, contro la sopraffazione, utilizzando i mezzi che ha a disposizione, la sensibilità e il talento.