Paolo Bini

Arti Visive
Paolo
Bini
Città
Battipaglia
Nazione di nascita
Italia
Provincia
Salerno
Età
39
Profilo

Assenza di colore in sospenzioneLo spostamento dalla pittura, dall’idea di superficie che essa evoca a tangibile affermazione della materia pronta a rinnovare la gamma dei valori plastici, si è fatto pressante nell’esperienza di Paolo Bini. Uno scatto in avanti per andare oltre l’effetto tattile della pittura che, fino a qualche tempo fa, il giovane artista ha esibito negli spessori concessi da carte, da grumi di pigmento, da materie incastrate nei piani di colore.

Il tentativo non è dare spessore di concreta materia all’immagine, quanto di tessere una relazione tra lo spazio e la percezione fisica che si ha di esso,  così come si evince dall’opera qui proposta, immaginata come un’installazione di più tele, autonome tra loro ma che concorrono allo sviluppo di un luogo seguendo l’articolazione dei piani – verticali ed orizzontali – dell’architettura di Palazzo Bianco.

La sua è una scelta che lo porta a staccarsi dal cosmo d’immagini nel quale vive l’uomo della società contemporanea, fatto essenzialmente di materia trasparente, di figure che appaiono e scivolano sui monitor, sui piccoli schermi domestici, rettangoli pronti ad isolare o celebrare un tempo infinitesimo che muore davanti ai mostri occhi. È in questo spazio ove, pur troppo, immergiamo i gesti, modelliamo con lo sguardo i perimetri e i piani, vale a dire misuriamo le prospettive tracciate dai nostri movimenti. Per Bini, invece, la trasparenza gioca un ruolo diverso, perché legata ad un registro percettivo che rinunzia senza esitazione all’interferenza di altri media: sembra, anzi, voler accogliere le avvertenze di Wittgenstein, secondo il quale “la trasparenza e la riflessione esistono soltanto nella dimensione della profondità di un’immagine visiva”.

Paolo insiste sulla profondità, sul desiderio di richiamare l’essenza di uno spazio: è quanto accade nello spessore della materia, ora cristallizzata dalle velature di resine acriliche, ora sottoposta alla geometria del quadrilatero, del chiostro interno di Palazzo Bianco, uno spazio rimarcato sui lati da colonne che scandiscono i tempi del chiaro scuro, in pratica tra interno ed esterno. Il richiamo a cifre preesistenti del suo giovane dettato pittorico, penso alla gestualità che sostiene larghi e sommari segni sospesi in superficie, è da leggersi quale necessità di non sottostare alla seduzione di quest’ultima; anzi di dissestare la sua uniformità strutturale, non attraverso la craquellure o altre memorie dell’Informale italiano, quando forzando sull’effetto di luce che accentua la trasparenza, mettendo in gioco il valore della luce, la sua funzione di medium che svela la materia, rendendola trasparente, filtrandola dall’opacità della realtà per farla immagine visiva.

Bini lavora, dunque, sul binomio luce-superficie servendosi di una strategia per fissare – avrebbe detto Brodskij a proposito della pratica usata dai poeti – il suo stato d’animo “in un determinato momento”: gli squarci circolari di un infinito cosmo, impenetrabile e luminoso, gli suggeriscono una rinnovata visione della realtà e al tempo stesso gli ricordano la sua stessa situazione nel mondo, misurando “il rapporto – così conclude Brodskij – tra il suo corpo e lo spazio”. Rapporto che implica un tempo che per l’artista resta ancora l’intervallo lungo tra la notte e la luce allo zenit, tradotto ora nel passaggio astrale tra due tempi della luminosità celeste.[...] (Massimo Bignardi)Paolo Bini (Battipaglia, SA, 1984).  Studia presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli ove consegue la laurea in Scenografia. Tra le principali presenze a mostre collettive si segnalano; nel 2007 la rassegna “Echi temporanei”, allestita al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi; nel 2008 “Espressiva, from expressionism” Galleria PositanoNewArt, Positano; nel 2009 “8 per 8”, Cerruti Arte, Genova, “Persistenze sul confine dell’immagine. Ripensando ad Andrea Pazienza”, MAT-Museo dell’Alto Tavoliere, S. Severo (Fg). Tra le principali mostre personali: nel 2006 “Dipinti”, FAI, Salerno; nel 2008 “Casellari della memoria”, Palazzo di San Galgano, Università di Siena, “Risonanza dell’immaginario”, Teatro Moderno, Grosseto. Del 2009 sono le personali al Centro d’Arte Contemporanea Luigi Di Sarro,Roma, alla Galleria Il Catalogo, Salerno, alla Memoli arte contemporanea, Milano e alla Galleria Gallerati di Roma. Quest'anno, nell'ambito di Rolli Days 2010, ha realizzato l'installazione "Absence colour, in suspense" presso il Museo di Palazzo Bianco di Genova. Sempre nel 2010 tiene una nuova personale dal titolo "Solstizio d'estate" alla Cerruti arte di Genova. Sue opere sono nelle collezioni del  Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi e della Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena.