salvatore melillo

Fotografia
Arti Visive
salvatore
melillo
Città
milano
Nazione di nascita
italia
Provincia
Milano
Età
47
Profilo
  E’ l’esempio di come l’arte privilegi i suoi sensibili e forse per questo più deboli figli, donando loro voce, possibilità, vie di fuga ed alternative precluse ad altri che possono godere solo in parte dei frammenti di quel mondo sospeso al di sopra del quotidiano. Un mondo nato dal “sentire”, dove nel dare sfogo a sentimenti, dubbi ed eterne questioni sull’esistenza, si può trovare la propria ragion d’essere e qualche istante di appagamento, giacchè prende corpo tutto ciò che è troppo evanescente ed allo stesso tempo troppo insostenibile per la vita reale. L’immagine, nelle sue opere, non è dunque rappresentazione ma realtà a se stante; manipolata, non più verità assoluta, diviene mezzo per agire e rispondere all’inadatto imporsi del mondo vero che questo artista intende vivere a modo suo. Il linguaggio irriverente e grottesco con cui, spavaldo, Salvatore elude la realtà,  rispondendo al disagio che essa gli provoca, pone in essere il punto di vista, i desideri e  la versione dei fatti di un artista che non si espone mai direttamente -per volontà, riservatezza, forse timore- se non attraverso un'esistenza parallela, simile a quella virtuale dei media di cui si serve, però, per affermare la sua astratta e più potente verità.
La sua verità, trasposta in quel limbo a metà tra reale e virtuale, dove tutto è legittimo, si distorce e si deforma come riflesso di una lente a raggi x che svela l’ effettiva essenza delle cose.
E' mediante la proiezione di volti, gesti ed azioni che appartengono a tutti, rappresentati come spezzoni video in cui sono il modo di vedere dell'artista e le sue esperienze a diventare il reale obiettivo filtrante ed il grande fratello che osserva e tutto svela- che l’artista trova il modo di liberarsi dal pesante senso di prigionia ed inadeguatezza che l’avvolgono. Nel momento in cui prende forma la realtà parallela in cui palesa quello che è difficile affermare nella vita reale, Salvatore trova ristoro e riposa, legittimando così, ciò che per pudore non si può fare o che per paura non si può osare; rende così tangibile ciò che è troppo astratto per il concreto. E’ il momento di libertà dopo lo sfogo.
Combattuto tra la presenza e l’assenza di schemi, sospeso tra voglia di certezze, e desiderio di liberarsene, ecco la risposta: Salvatore Melillo Sdrammatizza e Sublima. Lo fa attraverso uno “spiazzamento quieto” che non urla ne turba, ma rimane li, autonomo e forte del fatto che, in fin dei conti, questo nascondersi e  rifugiarsi, non è che un modo per rivelare realmente se stessi e colmare una distanza che fa sempre troppa paura, quella cioè tra due  dimensioni solo apparentemente distanti :“il dentro” che appartiene a se stessi ed “il fuori” che appartiene a tutti.  [ Testo critico a cura di Tania Merenda ]