Serena Gamba

Il mio intento è creare un archivio, uno strumento di di memoria. In questo archivio ideale la Storia dell’Arte è il soggetto principale e campo di indagine privilegiato; il mio studio è finalizzato a proteggere,ricordare e divulgare il contributo dei grandi Maestri. Ed allo stesso tempo preservare dall’oblio la memoria, frutto dell’unione di esperienze, saperi collettivi e personali.
Approfondisco e propongo una rilettura offrendo nuovi spunti di riflessione sull’importanza dell’essenza stessa dell’Arte.Questi gli ambiti in cui indago:- lo studio e la rappresentazione dello spazio e delle regole che determinano la struttura dell’opera d’arte;- la percezione dell’opera sia nello spazio ospite (museo, spazio espositivo, studio) sia nello spazio in cui l’opera è accolta (tela - foglio di carta - supporto in genere);- l’opera vive in quanto parte di un insieme di opere. L’archivio e l’arte della memoria come strumenti e atti di conservazione e testimonianza;- l’evoluzione infinita nello spazio/tempo fisico e concettuale dell’opera;- l’importanza del concetto di classico nella storia dell’arte e dell’annullamento dell’opera d’arte causa la moltitudine di immagini e stimoli visivi presenti nella nostra epoca. Il mio modo di operare propone una forma di percezione dell’immagine senza "immagine".
In questa ricerca, gli spazi immaginati, i collages, le produzioni con le parole, le piante e mappe, le prospettive inverse, così come i libri e le tavole di paraffina incisa hanno una comune ricerca: fino a che punto il ricordo riuscirà a indagare e/o rallentare l’oblio?L’oblio inteso sia come fine naturale ed inevitabile del nostro essere/esistere, sia come l’annullamento della cultura, di cui l’arte ne rappresenta una parte. Questo anche e soprattutto in funzione della enorme quantità di informazioni fruibili attraverso il web, che proprio per la sua caratteristica,rischia di agglomerare in una sorta di buco nero rendendo più superficiale l’approfondimento e impedendone l’intima acquisizione ed elaborazione.
Fino a che punto, dunque, è possibile fronteggiare il problema del dissolversi di una memoria collettiva?Un approccio nel mio lavoro è l’analisi di un’opera secondo diversi schemi, punti di vista, temi e tecniche. Un esempio fra questi: l’Annunciazione di Domenico Veneziano è stata oggetto/soggetto in 5 mie opere, ognuna delle quali ha un differente approccio. Mi affascina l’idea di indagare in modo “archeologico” per dare così voce ad elementi e parti costitutive della stessa forma originaria, spesso ricchi di simbologie e dettagli nascosti a volte dall’Artista e resi volutamente dei “rebus”, impregnati di significati non solo identificanti l’Artista stesso, ma rappresentativi anche del preciso periodo storico ed espressione di ideologie religiose/politiche contemporanee all’opera.
Questa modalità di studio analitico delle opere d’arte mi consente di creare una “mappa” in continua estensione ed evoluzione che dona nuovo ed approfondito significato al mio rapporto con la Storia dell’Arte.