TAV TALUI

TAV TALUI

TAV TALUI (serie) I; II; III; IV; V 90x60 cm Tecnica mista su tela

Tav Talui (תָּו תָּלוּי — “Un Segno Sospeso”)

La serie Tav Talui prende il nome da un’espressione che oscilla tra peso e leggerezza, tra permanenza e sospensione. In ebraico, tav è l’ultima lettera dell’alfabeto, il segno che sigilla, conclude o marchia. Talui significa “appeso”, “pendente” o “indeciso” — una parola di precarietà, di qualcosa che non è né radicato né dissolto. Insieme, Tav Talui parla di una fine che resiste alla chiusura, di un segno presente ma irrisolto, di un simbolo che allo stesso tempo ancoraggio e oscillazione.

In queste opere, il segno sospeso diventa una meditazione sull’incertezza — sulle soglie dove il senso non è fisso, ma tremante. La serie affronta la tensione tra finalità e apertura, tra la necessità dell’iscrizione e il rifiuto di un’interpretazione assoluta. Ogni pezzo è un gesto verso il liminale: la lettera al confine del silenzio, la linea tesa tra affermazione e cancellatura, il segno che fluttua senza trovare riposo.

“Tav Talui” è un linguaggio della sospensione, dove l’ultima parola non conclude, ma permane. È uno scritto dell’esitazione, del respiro sospeso tra pronuncia e sparizione. Le opere cercano di abitare questo spazio di sospensione — dove ogni segno è provvisorio, ogni conclusione ancora in divenire, ogni traccia contemporaneamente ancora e deriva.

Evocando il tav — l’ultima lettera, il sigillo del linguaggio — e collocandolo in uno stato di sospensione, la serie interroga: qual è il senso di una fine che rifiuta di finire? Cosa vive nell’intervallo tra iscrizione e dissoluzione? Un segno può rimanere libero eppure significare?