Piccolo infinito

Piccolo infinito

Piccolo infinito è un intervento site-specific per l'ascensore del PAN (Palazzo delle Arti di Napoli) ad opera di Neal Peruffo e Massimo Scamarcio.L'opera trasforma l'ambiente interno dell'ascensore in modo da ridefinire il ruolo di questo "non luogo". L'intervento stravolge le caratteristiche "negative" dell'ascensore, creando un ambiente che trasmette le sensazioni di uno spazio infinito da ciò che in precedenza era percepito come chiuso e claustrofobico; da qui l'ossimoro piccolo infinito.All'interno della cabina è ricostruita la scenografia di un universo: sul soffitto, sul pavimento e sulle pareti nere sono riportate delle costellazioni, bianche, d'ispirazione meccanica. Una volta chiusa la porta dell'ascensore i contorni e i volumi della cabina scompaiono inghiottiti dal buio. Le sole costellazioni sono illuminate, mediante una luce di Wood.Il passeggero dell'ascensore si troverà totalmente immerso in un'atmosfera sospesa e lontana, sensazione ampliata da una traccia sonora riverberante e avvolgente; tale traccia non è diffusa da casse (sonoramente localizzabili) ma da una serie di trasduttori applicati alle pareti, che fanno vibrare ed emettere suono all'intera struttura.Piccolo infinito, se da un lato ci teletrasporta in una realtà remota, dall'altro richiama il luogo in cui ci troviamo, poiché la forma delle costellazioni rimanda alla natura meccanica dell'ascensore, anche il sistema di sonorizzazione segue questo principio, infatti esso ripropone, trasformati, i rumori provenienti dalla sala motori.Con questo intervento l'ascensori del PAN perde la propria caratteristica di luogo di passaggio (non luogo) e mero strumento, diventando un punto d'arrivo in cui vivere un'esperienza artistica.