Il corredo della sposa, da L'albero del latte, 2017

Il corredo della sposa, da L'albero del latte, 2017

Il gruppo di opere intitolate Il corredo della sposa ruota attorno al tema della dote, un’usanza comune nelle culture patrilineari, documentata in forme diverse fin dall’antica Babilonia e, in Italia, obbligatoria per legge sino al 1975. Spiega l’artista: “Ho immaginato il corredo come rituale simbolico esprimente il corredo genetico della futura sposa: ogni ricamo, un pezzetto di DNA.” Se il baule è un diretto riferimento alla tradizione culturale - in esso veniva custodita la biancheria ricamata, destinata alla dote della sposa – le anguille rappresentano il potere ancestrale della genetica: giunte alla maturità sessuale partono dall’Europa o dall’America verso il Mar dei Sargassi, una sorta di grembo primordiale dove si riproducono e muoiono. Da qui, la progenie riparte verso casa, compiendo lo stesso viaggio dei predecessori: le coordinate per il ritorno sono contenute nei loro corpi, nelle loro cellule, doni seriali di chi le ha messe al mondo. Come suggerito anche dal filo di DNA ricamato a mano, le opere alludono al fatto che le nostre vite sono definite da un intreccio inestricabile tra natura e cultura, biologia e prescrizioni sociali.

 

Francesca Lazzarini