Niente da dichiarare

Niente da dichiarare

“Niente da dichiarare” 2025 30x26  In un mondo dove tutto si compra, anche il vuoto ha un prezzo.  Purché sia ben imballato. Niente da dichiarare è una riflessione ironica e tagliente sul consumismo e sulle dinamiche del mercato dell’arte contemporanea. Un’opera che conserva e protegge il nulla, presentandolo come oggetto di valore. Il pluriball, reso permanente dalla resina epossidica, avvolge un telaio vuoto, trasformandosi da semplice imballaggio a protagonista assoluto. L’assenza diventa così materia visibile, simbolo di tutto ciò che cerchiamo di possedere, collezionare e difendere, mentre ciò che conta davvero — il benessere della natura, delle relazioni e di noi stessi — resta fuori campo, trasparente e ignorato. Il titolo richiama con sottile sarcasmo la formula doganale “Niente da dichiarare”, suggerendo come nella cultura del consumo e nel sistema dell’arte anche il nulla possa viaggiare, essere esposto e venduto, purché confezionato a dovere. Un’opera che interroga il concetto di valore e l’illusione per cui la cornice, il racconto o il prezzo possano trasformare l’assenza in desiderio.