suolo effimero
suolo effimero
Dittico 51X112 cm, dipinto su vetro con frammenti di plastica racolti a terra durante le mie passeggiate in montagna. Suolo Effimero riflette sulla contraddizione del progresso umano: la capacità di ottenere tutto e subito, grazie a materiali sempre più avanzati, senza considerarne le conseguenze. Creiamo oggetti destinati a durare per sempre, ma li trattiamo come effimeri. L’opera prende forma attraverso un processo di raccolta e trasformazione. Frammenti anonimi di consumo sfrenato, prelevati direttamente dal suolo, vengono triturati e inglobati nella superficie pittorica, diventando una presenza irreversibile. Tracce silenziose di un sistema che produce e scarta senza sosta. Il dittico richiama le mattonelle da giardino, ma al posto di due lastre di cemento, emergono due porzioni di prato. Non è un prato fiorito, però: è un tappeto di microplastiche, mimetizzate ma onnipresenti. Dipinto su vetro al contrario e sospeso dalla parete, il lavoro riflette e deforma la realtà, evocando la fragilità di un ecosistema sempre più compromesso.