Luce e Ombra di Mio Padre

Luce e Ombra di Mio Padre

Questa opera è il mio tentativo di raccontare mio padre. O meglio, quello che resta di lui dentro di me. L’ho dipinta con le mani, con la rabbia, con la nostalgia, con l’amore e la confusione che mi porto dentro da tutta la vita.
Al centro c’è la sua sagoma, non definita, quasi un fantasma dorato che emerge da una tela spaccata in due. A sinistra, ho lasciato esplodere i colori: sono i momenti in cui era sobrio, in cui mi chiamava "campione", mi stringeva forte e sembrava il papà migliore del mondo. A destra, invece, ho lasciato che il grigio, il nero e il bianco rovinassero tutto. Quella è la parte buia, quella delle notti in cui rincasava ubriaco, la voce che tremava, la mamma che ci proteggeva, le urla, la paura.
La griglia in ferro che ho inserito nella materia rappresenta il carcere. Le sbarre vere, ma anche quelle mentali. Perché lui, prima ancora di essere rinchiuso per quell’omicidio assurdo – nato da una partita a carte per una TV che voleva regalare a noi – era già prigioniero del suo dolore, dei suoi errori, dell’alcol.
Eppure io lo amavo. E l’ho dipinto così, senza volto, perché non ricordo più bene i suoi lineamenti… ma sento ancora la sua presenza.
È oro e fango insieme. È luce e ombra. È mio padre.