LA DECOMPOSIZIONE DI CRISTO

LA DECOMPOSIZIONE DI CRISTO

DAL SEGNO AL SENSO DELLA TRACCIA INESISTENTE

 

Un ombra segnata dall’arbitrio di un fuoco, offusca tutto ciò che di concreto è stato costruito e progettato.

I pilastri di ogni vita materiale vengono erosi, divorati fino al più massiccio substrato prima di ripristinare la primordiale esistenza.

Una nebbia ricalca le onde della vampata incendiaria imprimendo un silenzio disarmante.

Essa avvolge il segno; il frammento di un gesto impulsivo; un ricordo mai enunciato, valorizzandone  paradossalmente ogni sua intenzione.

Le memorie riemergono dalle fiamme più vivide che mai, intrise di una luce che ne sottolinea esclusivamente l’essenza.

Accanto alla purezza del legno inciso nella sua pelle più intima, un azione compulsiva sporca la liturgia di peccato. Ed ecco che tutto ritorna nuovamente mortale attraverso l’impronta di una cicatrice mai dimenticata.

Il caos spezza sullo sfondo, poderoso come le fiamme e vulnerabile come il sangue, in memoria delle debolezze più terrene.

 E cosi la sacralità del segno e della debolezza umana si sposano, si scontrano e si sovrastano ritrovando un tacito ed irrequieto equilibrio nell’opera.