Senza Titolo - 2014 - Nylon e sfera in acciaio - cm. 170x50ø.jpg

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Distanza come esperienza di un viaggio immanente -

La distanza intesa come percorso dell'esperienza, non è concepita come un cammino che debba condurre fuori dal mondo, né fuori da ciò che esso comprende; anzi è attraverso ciò che stà nel mondo - l'oggetto, che essa si pone in contestazione alle verità assolute, prescritte, come strumento di supporto all'uomo per l'interpretazione di linguaggi altri (ad esempio tutto ciò che non riguarda la mera comunicazione testuale), che abbiano la missione di condurre ad una nuova porzione di verità. “Prescritto”: interessante è osservare come l'accezione del termine nell'uso si presti alla definizione di stabilito, ma anche di sorpassato; ed è interessante proprio perché tanto l'uno, quanto l'altro significato ovviamente spaventano chi intende la verità come principio cristallizzato e regolamentato da dettami di qualsivoglia conservatorismo; invece noi abbiamo imparato (ecco che ritorna il percorso dell'esperienza), che la verità - come un liquido - non ha forma, ma solo contenitori, è mutevole nel tempo e nella storia (e se fin qui si è mantenuto un minimo di uniformità nel ragionamento, non è retorico pensare che dovrebbe rispondere solo a sé stessa).

Il campo economico, quello artistico, le scienze però, sono impregnati da varie forme di controllo che travestono questa signora - la Verità, mostrandocela nel modo in cui più appare semplice assimilarla: e come è possibile fare questo? Ad esempio creando dei precedenti. Da alcune stimolanti conversazioni di qualche tempo fa, ricordo di aver tratto un calzante spunto sul “diffidare da ciò che piace al primo impatto, perché presumibilmente si tratterà di qualcosa già presente nella nostra testa”.

A questo punto tengo a precisare come questa non sia una crociata contro gli stilemi a volte reiterati dalle civiltà in ambito visuale. L'immaginazione individuale anzi (soprattutto negli ultimi decenni), è sottoposta a flussi di simboli come mai prima d'ora e sarebbe impensabile non imbattersi in fortuiti (ma spesso anche scaltri), deja-vù nel mondo delle cose.

Il campo di battaglia è dunque - se mi è concesso il termine - quello della faciloneria, dell'espediente volto a semplificare e adattare una teoria in base ad un oggetto prontamente riconoscibile. In virtù di un'idea, è viceversa l'oggetto a doversi manifestare coerentemente con essa; ed è ciò che pongo all'attenzione attraverso i miei elaborati, con discrezione e consapevolezza di non aver creato dal nulla, ma interpretato - attraverso la materia - alcuni personali spunti d'interesse teoretico.

Proprio sulle nozioni di “distanza” e dunque “verità”, si concentra la serie di operazioni artistiche di seguito illustrate; La distanza certamente intesa come cammino dell'esperienza, di confronto con ciò che è “altro” da noi, ma anche fuoriuscita dalla quotidianità ed evasione dal pericolo della routine, quella che in campo artistico viene poi definita accademismo, che se perseguito riconduce nuovamente e irrimediabilmente ai suoi simulacri.