17.04.2014 (I destroyed again myself)
17.04.2014 (I destroyed again myself)
Federica De Meo 17.04.2014 (I destroyed again myself), 2014 stampa ai sali d'argento (gelatin silver print) 20x30 cm
Ricordo come fosse ieri quel 17 aprile del 2014. Fu uno di quei giorni in cui ti sembra di svegliarti da un lungo sonno. Gli occhi ti bruciano a causa della luce e fai di tutto per tenerli chiusi, ma dopo un po’ sei costretta ad aprirli e a renderti conto che ti trovi in un mondo che non conosci. A volte succede qualcosa che scatena questa presa di coscienza in noi, a volte non succede nulla: può essere necessaria una tragedia o può bastare il volo di una farfalla. Per me furono sufficienti pochi sguardi fin troppo conosciuti, piedi che incedevano su un pavimento di cemento, oltrepassandomi e svanendo dietro un angolo di tufo. Il rumore di quei passi era stato coperto dal respiro della città, eppure io lo sentivo come un urlo nella mia testa. Non potevo più sopportarlo, così scappai fino a rintanarmi nell’unica cosa che in quel momento sentivo potesse salvarmi: il buio. Gettai via i miei vestiti e iniziai a fotografarmi. Sentivo ogni scatto come una violenza che mi stavo infliggendo in cerca di un qualche tipo di purificazione. Mi sono sempre chiesta perché a volte puniamo noi stessi in maniera così crudele. Quel giorno mi punii per l’ultima volta, la chimica della fotografia lavò via ogni macchia dalle mie carni, ogni dolore che mi ero inflitta fino a quel momento. Quel 17 aprile del 2014, la mia distruzione mi restituì la vita.