Simulacri

Simulacri

Federica De Meo

"Simulacri":

Grazia (1960-2008), 2013

Carmine (1947-2001), 2013

Pasquale (1944-2012), 2013

Anna (1921-2004), 2013

stampa digitale b/n, 30x30 cm cad.

(ed. 3)

 

 

Quando morì mia nonna Anna, ogni suo oggetto mi appariva prezioso, dallo stupido accendino a forma di pacchetto di sigarette che le regalai anni prima, alla vestaglia verde che indossava sempre. Per anni e anni ho imposto a mia madre di non buttare via una grande poltrona gialla perché “era della nonna, non possiamo buttarla”. Conservo ancora molte cose sue come fossero un cimelio. Negli anni mi sono chiesta spesso perché non riuscissi a gettare via alcune cose appartenute a lei e soprattutto perché per me fossero più importanti un accendino o un ventaglio, piuttosto che una collana o un ciondolo. Ho capito che il vero valore dell’oggetto che conservavo stava nel fatto che in se racchiudeva mille ricordi che nulla avevano a che vedere con il valore monetario. Ho sempre creduto che durante la nostra vita, impregniamo gli oggetti, gli abiti, di qualcosa che potrebbe essere definita “essenza”. Attraverso questi oggetti chi resta spera di poter conservare un po’ dell’essenza di chi li possedeva, ecco perché siamo restii a buttarli ed ecco perché, a distanza di quasi 10 anni, porto ancora la sua fede al dito e la sua vestaglia è ancora appesa dietro la porta. In tutti questi anni, ho vissuto tanti lutti e ognuno ha lasciato in me una traccia che mi ha permesso di diventare ogni giorno più matura. Per questo sento di dover ringraziare chi, chiudendo gli occhi, ha pemesso a me di aprirli. Grazie a mia nonna per avermi fatto capire che dobbiamo sempre apprezzare ciò che abbiamo. Grazie a Tigre per avermi insegnato che la vita è un soffio. Grazie al mio piccolo Billy, che ha chiuso per sempre i suoi occhietti tra le braccia mie, di mia madre e di mio fratello, lasciandomi tra i più grandi insegnamenti della mia vita, ovvero che nella vita bisogna dire più spesso “si” e “non fa niente”, che l’amore esiste davvero, e che la morte è un diritto e una liberazione quando il male diventa troppo. Grazie a mio zio, per avermi fatto capire che devo dare più abbracci a chi amo e che ogni istante della nostra piccola esistenza va vissuto come fosse l’ultimo. La morte non può essere sconfitta, ma la memoria può essere eterna.