Michele Sangiorgi

Michele all’età di 15 anni da quando ha preso in mano la sua prima macchina fotografica, una Yashica 32 mm, ha iniziato a fotografare tutto ciò che lo circondava e che gli capitava sotto il naso, senza però dare molta importanza alla composizione ed all’estetica dell’immagine catturata. Ha iniziato come tanti per caso e poi un bel giorno ha deciso di proseguire la sua passione…sempre per caso! Passando per una Polaroid super macro 35-70 mm è giunto finalmente al formato digitale con la sua Casio Ex-P700, con la quale ha potuto esprimersi con discreti risultati. La sua filosofia fotografica si basa sul fatto che ciò che è più importante è il soggetto da riprendere e non il tipo di macchina fotografica che usi. “Puoi avere il mezzo più sofisticato e tecnologico del mondo ma se non sei bravo a cogliere l’attimo allora esso non serve a nulla”. Attualmente è passato ad utilizzare una reflex Canon Eos 350D ma certo non disdegna le vecchie macchine usate e a volte anche il cellulare per sperimentare. Il suo è un costante interesse a migliorare “l’arte dello scatto improvvisato”, rimanendo comunque un “principiante del caso”. Perché il caso è la sua fonte di ispirazione. I momenti, gli attimi, gli oggetti e soprattutto le persone vanno immortalati nell’istante in cui li vedi. Perciò per Michele l’occhio umano e la macchina devono andare in simbiosi per catturare l’immagine e renderla unica.