Davide Tidoni

Musica

Davide Tidoni

Destinazione

Valparaiso - Chile

Periodo
-
In partenza
Il progetto (e info su ente)

Il progetto prevede la realizzazione di una serie di interventi sonori site-specific nello spazio pubblico della città di Valparaisoe. Gli interventi esplorano la relazione suono/spazio delle location scelte ed invitano il pubblico ad esperire ed attivare l'acustica dei luoghi presi in analisi per mezzo di strategie performative sviluppate ad hoc.

ENTE INVITANTE

Tsonami Festival de Arte Sonoro, Valparaiso

Intervista

di Michele Prencipe

Il tuo viaggio ti porta lontanissimo: TSONAMI FESTIVAL DE ARTE SONORO, Chile. Com’è cominciata quest’avventura?

Tramite passa parola. Me ne ha parlato un amico che c'è stato l'anno scorso. Il passaggio successivo è stato contattare il direttore. Ciò che mi ha spinto a essere così diretto è stata la sensazione di un festival orizzontale, mosso da passioni e interessi simili ai miei. 

Quali spunti ti ha offerto la città di Valparaiso ai fini del tuo progetto?

Per ora non ho spunti concreti. Svilupperò il lavoro in loco. Ho 10 giorni per prepararmi. Ci sono già delle tracce, ma aspetterò di adattarle e combinarle ai luoghi che incontrerò una volta arrivato.

Come realizzerai i tuoi interventi sonori? Cosa utilizzerai? Ci sarà qualcuno a darti una mano?

I miei interventi sono azioni molto dirette e precise. Cerco di ottenere un certo effetto utilizzando una strumentazione ridotta ma efficace. Sfrutto molto l'acustica e le caratteristiche spaziali del luogo. Utilizzerò prevalentemente rumore bianco, impulsi sonori, e feedback. È indispensabile avere qualcuno con me, soprattutto per quanto riguarda la parte d'ascolto degli interventi. Devo sapere cosa il pubblico sente e a che distanza posizionarlo rispetto all'azione. Ho anche bisogno di qualcuno che conosca il posto e che mi dica cosa io possa/non possa fare. Lavorando in esterno non ho privilegi di sorta: se do fastidio a qualcuno devo poi essere pronto a rispondere e a negoziare.

Resoconto

di Michele Prencipe

10 giorni per realizzare i tuoi interventi sonori nella cornice di Valparaiso. Com'è andata? 

Sono riuscito a proporre tre incontri in tre diversi luoghi. Ogni incontro, poi, era composto a sua volta da tre interventi differenti. Per il primo incontro ho utilizzato un appartamento al quindicesimo piano di un palazzo in centro (circa 60 metri di altezza). Il pubblico ascoltava da uno spiazzo antistante, posizionato a circa 50 metri di altezza dalla strada. Gli interventi sono stati i seguenti:

  • Openings: accendo una sorgente di rumore bianco a tutto volume dall'interno dell'appartamento. Aprendo e chiudendo le finestre dell'appartamento, controllo la quantità di suono che esce. La gente all'esterno mi vede operare dalle finestre e sente il suono del rumore bianco filtrato in modo analogico.
  • Could We Get Much Higher: un tono fisso viene diffuso da una cassa che viene calata dalla finestra dell'appartamento. Man mano che la cassa scende, la distanza dal pubblico aumenta e il suono si disperde. Inoltre, durante la discesa, il movimento della cassa è influenzato dal vento. Questo la porta a spostarsi lungo la parete e a passare davanti alle finestre degli appartamenti del palazzo. Quando la cassa raggiunge terra ha finito il suo viaggio e il tono è appena percepibile.
  • Feedback: un microfono viene calato dalla finestra mentre la cassa, che ha raggiunto il suolo,  viene tirata su. Il controllo della distanza tra cassa e microfono crea e modifica il feedback. L’intervento termina quando tiro su entrambi gli strumenti facendoli rientrare nella stanza dell'appartamento da cui sto operando.

Il secondo incontro ha avuto luogo in un sito abbandonato che comprendeva una stanza coperta e uno spiazzo esterno. Qui ho presentato i seguenti lavori:

  • My Target is Your Eyes: armato di fionda cerco di colpire un altoparlante che diffonde rumore bianco. Dopo una serie di colpi riesco a centrare la membrana e a far cessare il suono.
  • I'm on Fire: posiziono un microfono a terra. Io sono in piedi e accendo un candelotto di cera. Mi avvicino molto lentamente al microfono cercando di colpirlo con le gocce che colano dal candelotto. Poi, posiziono il candelotto vicino al microfono fino a che questo non prende fuoco. Lo lascio bruciare e poi lo immergo in un secchio d'acqua. Il suono cessa in quel momento.
  • Catch Me If You Can: tengo un microfono in mano, lo alzo in aria tenendolo per il cavo e inizio a ruotare il braccio. Ad ogni giro allungo poco alla volta il cavo. Continuo così fino a che la lunghezza del cavo diventa ingestibile e il microfono va a sbattere contro il muro.

Terzo incontro e ultima location: i binari della ferrovia e una strada a più corsie.

  • Live After Death: stendo cavo e microfono sulle rotaie. Alzo il volume e aspetto il passaggio del treno. Il treno arriva e taglia il cavo del microfono.
  • Scratch the Surface: mi posiziono con il pubblico a un estremo della strada. Stendo il cavo in mezzo alla strada e adagio il microfono a terra, all'estremo opposto della strada. Tiro lentamente il cavo del microfono verso di me, in modo che il microfono non venga schiacciato dalle automobili in corsa.
  • Intersection: installo una cassa audio all'estremo opposto della strada rispetto alla posizione del pubblico. Dalla cassa esce rumore bianco. Ogni volta che un'automobile passa in strada, il fascio di rumore bianco viene bloccato. In questo modo si creano degli tagli ritmici che dipendono dal numero, dalle dimensioni, e dalla velocità delle automobili che passano.

Ho trovato tutte le location nel periodo precedente al festival, per intuizione. Ho sviluppato gli interventi in relazione alle specificità dei luoghi che ho trovato. Ho selezionato le azioni in base a principi spaziali e drammatici. La sequenza delle azioni è costruita facendo attenzione al ritmo e alla coerenza scenica tra le azioni stesse.

Qual è stata la risposta del pubblico al tuo lavoro? 

Drovesti chiederlo a loro! Io posso dirti che durante il lavoro ho conosciuto persone disponibili e interessate. Direi, anche, molto sorprese dalla semplicità delle azioni e dalla loro chiarezza. Colpite, soprattutto, dalla minuzia che le caratterizza e dal significato metaforico a cui alludono.

Cosa conserverai di questa esperienza? Cosa ti aspetta adesso? 

Conservo la felicità di essere riuscito in ciò che mi ero prefissato. Ho una nuova consapevolezza sia del mio lavoro che delle mie capacità.
Durante le giornate del festival ho incontrato molta umanità. C’è stata molta sintonia, sia a livello comunicativo, che a livello d'interazione sociale.

Adesso sto lavorando a una serie di video che vedono come protagonista il microfono. È un periodo di ricerca. Pubblicherò qualcosa solo dopo l'estate. Ci sono poi una serie di laboratori a cui sto lavorando. Nei laboratori cerco di approfondire la relazione tra ascolto e spazio, per ottenere dei principi d'interazione da utilizzare, poi, nella creazione di future performance. Queste le cose ufficiali. Ci sono poi una serie di altri progetti (slegati da circostanze economiche) che porto avanti con dedizione e costanza. Tutto viene documentato sul sito www.davideitdoni.name