A Reggio Emilia Giovane Fotografia Italiana: settima edizione, sette artisti, sette variazioni sul tema Ropes/Corde

 

E se i legami affettivi non fossero poi molto diversi dalle corde? Una corda può tenere assieme le cose che non vogliamo vadano perse, ma può anche allontanare chi volesse avvicinarsi ad esse, alla nostra intimità. Una corda può essere uno strumento per solcare mari o scalare montagne verso nuovi orizzonti, ma può anche lasciarci ancorati, sbarrarci la strada, costringerci in percorsi prestabiliti. Una corda è uno strumento positivo solo perché può trarci in salvo nella fuga da un’ingiusta detenzione? Ma se poi la stessa corda fosse riutilizzata dal boia per assicurarci definitivamente alla giustizia? E qual è il discrimine tra legare a sé una persona amata per non perderla e imprigionarla contro la sua volontà?

La fotografia si nutre della stessa ambiguità. Conserva i ricordi, li trasmette, mantiene vive le radici. Ma il passato può essere tanto un caldo ventre a cui fare ritorno, quanto una prigione da cui non si può fuggire. Una prigione fatta di immagini fisse che cristallizzano le persone, i luoghi, le relazioni in una forma idealizzata, immutabile, a cui non ci si può sottrarre. 

È sul filo di questa stessa ambivalenza che prende le mosse Ropes/Corde, il tema della VII edizione di Giovane Fotografia Italiana, iniziativa dedicata ai giovani artisti under 35. I sette progetti vincitori (selezionati da una giuria dalla forte identità internazionale, composta da Carine Dolek, Shoair Mavlian, Daniele De Luigi e Ilaria Campioli) saranno esposti nell’evocativa cornice dei Chiostri di San Domenico, a Reggio Emilia, in una mostra collettiva, durante il Festival Fotografia Europea dal 12 aprile al 9 giugno 2019.

I sette vincitori, provenienti da tutta Italia come già i 56 artisti esposti nelle edizioni precedenti della mostra, hanno creato una polifonia di voci che si distinguono per l’originalità dell’approccio a un tema così ostico. Fabrizio Albertini (Verbania, 1984), con il progetto Radici, intreccia evocative immagini di paesaggi legati alla storia di famiglia e alle memorie della propria infanzia in un racconto autobiografico sul tema delle origini. Silvia Bigi (Ravenna, 1985), in Cicatrici, ricostruisce la storia di un evento fondante della memoria di famiglia: il giorno in cui il padre sopravvisse miracolosamente a un incidente aereo. Evento di cui l’artista non ha alcun ricordo diretto, dato che all’epoca aveva solo due mesi. Emanuele Camerini (Roma, 1987) in Notes for a silent man ripercorre i luoghi dell’infanzia per ricostruire i ricordi della figura paterna, in una narrazione iniziatica composta da evocative immagini di paesaggi e vecchie foto stinte. Marta Giaccone (Cles, 1988) con Ritorno all’isola di Arturo riscopre Procida, “un piccolo punto della terra fuori dal tempo”, attraverso gli occhi dei suoi giovani abitanti. In 404 Not Found Luca Marianaccio (Agnone, 1986) si affaccia su un futuro prossimo pervaso da una tecnologia capace di alterare le relazioni interpersonali, in cui l’uomo, come in una maledizione distopica, “non incontra altro che sé stesso”. Iacopo Pasqui (Firenze, 1984) con N osserva con occhio quasi felliniano la vita dei giovani trentenni di provincia, in bilico tra il desiderio di chi parte di costruirsi un futuro diverso e il legame di chi resta con le radici, tra l’ambizione lavorativa e le sirene di una vita tranquilla. Infine, Vis Montium di Jacopo Valentini (Modena, 1990) vede la Pietra di Bismantova, massiccio roccioso che contraddistingue il paesaggio dell'Appennino reggiano, come un altare sacro, un luogo in grado di legare mondi reali e immaginari.


La mostra, a cura di Ilaria Campioli e Daniele De Luigi, è promossa dal Comune di Reggio Emilia e dall'associazione GAI - Giovani artisti italiani, in collaborazione con prestigiose realtà internazionali come FetArt – Circulation(s) Festival de la jeune photographie europeénne di Parigi, Photoworks - Brighton Photo Festival, Roca Umbert Fàbrica de les Arts – Festival Panoràmic di Granollers (Barcellona), oltre a Palazzo Magnani – Fotografia Europea. L’esposizione vede il contributo di Regione Emilia–Romagna e di Reire srl.

Giovane Fotografia Italiana #7 - Call

 

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