Mito Rito Corteccia

Mito Rito Corteccia

 

L’appeso è la dodicesima carta degli arcani maggiori, raffigura un giovane, capovolto, appeso per una caviglia al ramo di un albero. Il suo volto non trasmette dolore ma estasi. Cos’è un simbolo? Un’idea che diventa materia, un albero che cresce, inchiostro che cade sulla carta a formare un disegno, delle radici. L’albero è fonte di vita, collegamento tra la terra e il cielo, corpo e anima di Dafne. Uno spettacolo, un rituale realizzato attraverso i simboli e i suoni, dove il suono a volte racconta più della vista.

Appeso con una corda tra due alberi comprese il mondo. Tra sacre schegge di corteccia Haoma moriva. Dal suo petto sgorgava la vita, la sua vita, linfa verde e allucinogena. Rossa cadeva la mela, a terra, di nuovo, rotolava a ricordare il gioco che l’aveva preceduta. Di quella passione consumata restò solo un morso. La fiaccola illuminava i crocevia, Ecate triplice nella forma mi conduceva, magica e lunare mi guidava attraverso i tre mondi. Sogno Morfeo e il suo volo silenzioso che mi vengono a trovare in sonno. Sogno Morfeo e il suo passo narcolettico, copiosa imitazione dei miei sogni. Paura e terrore, topi! Passi e terra! Phobos marcia fiero con il padre mentre l’aria finisce, rimangono solo morsi che si inseguono.

produzione 2010/2011