veronica van den bosch

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veronica
van den bosch
Città
venegazzù
Nome del gruppo
VDB
Nazione di nascita
Italia
Provincia
Treviso
Età
43
Profilo
Convinta della morte della figurazione, ho deciso di compiere il mio percorso attraverso ben precisi punti tematici. Per spiegarmi articolerò il discorso mio suddividendolo in tre parti, riguardanti tematiche, forme e tecniche. Caposaldo della mia poetica è la simbologia della croce, l’orizzontale-verticale che rintraccio nel paesaggio naturale di un bosco, di una foresta. Attraverso forti e decisi segni verticali e orizzontali ricerco un massimo di espressione, esigendo composizioni unitarie ed equilibrate. La croce, composta di orizzontale e verticale, esprime il contrasto fra terra, materia, concretezza, realtà, gravità e tutto ciò che di astratto mira invece verso la spiritualità ascendente dell’anima, di volta in volta con diversi angoli incidenti. È un modo familiare di rappresentazione che mi si confà, è in me da sempre. Per quanto riguarda le forme che compongono il mio lavoro l’obiettivo è di trovare la profondità attraverso i piani sovrapposti definiti dai tratti e dai campi risultanti. Ciascun segno ha un proprio tempo, una precisa collocazione spazio-temporale, diretta espressione di un mio stato d’animo verso quello dell’osservatore. Dunque gradazione di colore, confini, densità, sono i miei mezzi espressivi. La forma come codice è un “a priori” leggibile quindi comunicabile. Sono i movimenti dell’anima che esprimo attraverso gesti che solcano le mie lastre, mangiati dall’acido forte. Trovo efficace la forma astratta informale, così espressiva, non ci potrebbe essere altra strada. Piani sovrapposti, materici, che quando passi le dita sulla lastra e poi sul foglio li senti, margini mangiati, uno sgretolarsi dei corpi. Infine le tecniche a supporto della rappresentazione della mia visione. A partire dalla lastra di zinco liscia e trattata dalla levigatura, poi preparata con uno strato di bitume a tergo e la vernicetta sul fronte, comincio lo scavo, tolgo materia in corrispondenza alle densità di chiari e scuri, di bordi e parti non trattate. L’acido per ottenere morsure di tipo variegato e corrugato in base alla tecnica utilizzata, dall’acquaforte alla più diretta e drastica puntasecca. Con la puntasecca concentrazione e rarefazione di segni-gesti producono trame sempre leggibili. Con l’acquaforte allo zucchero ottengo invece un gesto più pittorico e corposo che l’acido divora dalla lastra per restituire un positivo in rilievo, sebbene impresso. L’acquatinta la utilizzo per creare le velature di fondo che imprimono i grigi dando profondità e graduazione tra bianchi e neri. In fase di stampa posso avere degli effetti cromatici di forte contrasto utilizzando inchiostri sia calcografici che entrano nei segni scavati, che tipografici, passati con un rullo sulla superficie libera. VDB note biografiche. Veronica van den Bosch nasce a Montebelluna, in provincia di Treviso, il 17 novembre 1980 da madre italiana e padre olandese. Figlia d’arte, cresce a Venegazzù, circondata dalla natura del bosco del Montello, sua fonte d’ispirazione. Consegue la Maturitrà artistica presso il Liceo Artistico di Venezia nel 1998. Nello stesso anno si iscrive all’Accademia di Belle Arti, specializzandosi in Pittura e Tecniche Grafiche dell’Incisione. Si laurea nel 2004 con una tesi sull’opera grafica del Maestro veneziano Emilio Vedova. Nel 2002 frequenta uno workshop di Grafica e Illustrazione alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia. Durante gli anni di studio vari i viaggi in Olanda, Belgio e Germania, terre che impressionano fortemente il lavoro della giovane artista. Partecipa a varie mostre collettive in Italia e all’estero. Dal 2004 vive e lavora tra Londra e Venezia.