In - out

In - out

La performance nasce  nel 2009 grazie alla collaborazione con due artiste greche: Ifighenia Kaberi, illustratrice e video artista e Marina Dimopoulou, illustratrice e grafica .

Punto di partenza comune è stata la relazione tra l’interno e l'esterno.

Si è trattato di un esperimento durante il quale ognuna ha cominciato separatamente a riflettere su cosa potesse significare la relazione interno- esterno interpretandola tramite la sua personale esperienza nella più totale libertà.

Elemento comune nello sviluppo dell’opera è stata la musica che accompagna il lavoro.

Tramite l’interazione e l’influenza reciproca il progetto si è trasformato e ogni parte, pur acquistando forza nell’insieme delle parti, ha mantenuto la sua autonomia.

Da qui la possibilità di presentare la performance in un teatro.

In-out si sofferma sull’ interno-esterno di un essere umano, sul rapporto tra individuo e società, sulla relazione tra corpo e stato d’animo, tra bianco e nero

Cosa significa stare dentro e fuori uno status ben preciso, riconosciuto dalla società?

Pensiamo a un matrimonio. La preparazione è un vero e proprio ingranaggio, un meccanismo che la società piano piano ha imposto e che ha le sue regole, si mescolano sentimenti a formalità, quello che si vuole a quello che si deve.

E cosa succede poi se all’improvviso la situazione nella quale si sta per entrare cambia?

Il bianco può diventare nero, un gesto che esprimeva felicità può esprimere invece dolore.

In-out è anche il dentro e il fuori di un personaggio, l’interno e l’esterno di un evento teatrale e la necessaria interazione tra l’attore e lo spettatore.

Forse non si è mai completamente dentro le cose né mai del tutto fuori.

L’atmosfera della performance è surreale ma fa riferimento a qualcosa di molto concreto e reale.

La parola, quasi sempre presente in teatro, è stata qui messa da parte per lasciare spazio ad altro.

 

 

In-Out è stata presentata al al Technopolis  di Atenede durante il Fringe Festival nel giugno del 2009 ed è stata ripresa nel 2010 al Teatro delle emozioni di Roma.

La durata della performance è di 15 minuti.

 

Scene: Marina Dimo

Musiche Poptraum: “variablation”