Domenico Carella
Alessandro Pitré
Premio Giorgio Pattacini 2002/2003
Si è parlato, spesso, con Carella di Spirito del Luogo, a proposito degli interventi normativi di Galasso (’85). Viene ora, di fronte ai suoi lavori da pensare, piuttosto, allo Spirito-Anima (sublime) delle cose (gli oggetti metallici). Il nutrimento, delle ruggini dei lavori di Carella [nutrimento per cespugli di neuroni] è nutrimento per la memoria degli oggetti non più dicibili, perché mutati dallo scorrere del tempo [/fiume/telo]. Telo concepito in termini totalmente naturalistici e relazionato ad una sua concezione di area informale (territorio d’azione). Le opere dell’artista Carella sono “… riflessioni, contemplazioni del-nel presente-futuro, fondamento del passato …” (1), perché “… inscenano l’equilibrio …” (Ib.) fra questi modi del tempo: il Presente (la ruggine), il Passato (la Forma), da cui l’oggetto metallico e viceversa, il Futuro (ciò che è - e sarà riconosciuto come l’opera di Carella).
1) D. Carella, Sindone, 13 febbraio 2002, manoscritto.